In nome di cosa stiamo andando avanti in questo modo?

“Perché la debolezza è grande e forza non significa niente”  Andrej Tarkovskij

Premetto

già dal secondo giorno di scuole elementari ho capito quale sarebbe stata la musica, perciò non sono mai stata una “sostenitrice” del sistema scolastico. In generale non sono mai riuscita ad essere una gran sostenitrice di nessun sistema. A malapena riesco a sostenere il mio di sistema e per come vanno le cose ultimamente posso francamente dire che i valorosi sistemi che puntellavo attorno a me stanno crollando ad uno a uno con un rumore assordante.

Oggi ho ritirato la pagella di mio figlio, quello della seconda media. Quello che, per due anni di scuola secondaria di primo grado è stato tenuto sotto controllo da tutti i punti di vista. Mi è stato consigliato il consulto della psicologa della scuola. La psicologa scuoteva la testa e all’ultimo incontro mi ha rimproverata di non fare cose come “ballare in casa e cadere per terra” perché il bambino ne era sconvolto e impaurito. Mi è stato detto da un professore che se continuava così sarebbe stato bocciato. Una sua professoressa mi ha sbattuto un quaderno sotto il naso urlando: “Guardi cosa fa suo figlio mentre io spiego”. Ed ora, alla consegna della pagella uno dei due professori ha sentito suo dovere impostare la voce e ricordarmi che se il ragazzo continua in questo modo, ebbene, alle superiori non andrà da nessuna parte.

Ora io non ho abbastanza forza. E questo è vero.

Non ho la forza di sostenere il punto di vista di professori che tutto richiedono da mio figlio tranne che la sua personalità, le sue opinioni e le sue idee.

Non ho la forza di fare comunella con gruppi di madri rabbiose capitanate dalla solita rappresentante capo branco che discute ore su cracker si o no e di inutili regali alle maestre. (Qui siamo passati a quello delle elementari).

Non ho la forza di obbligare mio figlio a cantare in un’aula che rimbomba davanti a tutti genitori un repertorio che lui detesta.

Non ho la forza