ID – Iniziamo con gli incontri

Primo incontro: sabato 31 marzo

Secondo incontro: sabato 14 aprile

Incontri di maggio e giugno da definire

RESOCONTO DELLA PRESENTAZIONE DEL 3 MARZO

“La differenza tra il potere e l’autorevolezza, una scoperta enorme.”

Tutto il mio lavoro, negli ultimi anni, ruota attorno a questo “cambio di prospettiva” fondamentale, ma ho preso consapevolezza di questo solo ultimamente. Me lo ha fatto capire una donna più grande di me. Con più esperienza.

Qual’è la differenza?

Il potere non inventa niente di nuovo.

L’autorevolezza si muove su strade che devono essere inventate, create.

Voi dovete scavare, spostare la terra, creare i canali di scolo e fare fatica, poi gli altri vi seguono.

Potete diventare autori della vostra vita, modificarla.

Questo presuppone energia e creatività.

Creatività è una povera parola abusata.

Creatività non significa ispirazione del momento ed in mano a persone pigre, troppo timorose o che respingono la responsabilità, non serve a niente.

C’è una favola russa che amo molto: Vassilissa. All’inizio del mio sito ho messo una frase di quella favola:

“Perché credi che ti darò la fiamma?” Chiede la Baba Jaga. “Perché chiedo!” Risponde Vassilissa. Giusto!

Ad un certo punto del percorso, se si cerca di non subire la vita, ma di viverla e di costruirsela, si capisce che non solo si può, ma che si deve chiedere. A se stesse e agli altri. Quando ci si sente pronte per questo salto, scatta una scintilla che sblocca in un attimo canali che erano bloccati da anni. La vita cambia, le energie iniziano a muoversi.

Quando si impara a chiedere la vita ci riserva delle vere meraviglie.

Con questi incontri, ho pensato ad un luogo privilegiato dove in gruppo si può lavorare su se stesse. Uno spazio protetto dove prima di entrare si depongono le armi, di difesa e di attacco. Se tutte depongono le armi non c’è bisogno di difendersi, difendersi da cosa? Si è continuamente martellati dall’idea del “fare”, bisogna fare, produrre qualcosa. In questo gruppo vorrei creare l’abitudine al sentire, all’ imparare a divertirsi a godere di quello che si fa. Non ce lo ricordiamo. Perché da piccole ballavamo sempre, da giovani meno e adesso mai?

Mi viene in mente il film “Fight club” di David Fincher. Nel film i protagonisti creano un circolo segreto dove si incontrano con altri uomini e si picchiano a sangue, solo per il gusto di farlo. Una delle parti che mi è rimasta più impressa è quella dove, il giorno dopo, si vedono questi uomini che tornato al lavoro pieni di lividi o con un occhio nero e se incontrano altri del club fanno finta di niente, ma si scambiano sguardi d’intesa.

E’ un po’ così nella realtà, tutte facciamo parte di una stessa cosa e la società invece fa di tutto per farci credere di essere divisi, individui soli e magari anche il lotta tra di loro.

“La vita non è un lavoro da controllare, ma un mistero da vivere.”

La nostra mente può essere molto potente, ma in parte si comporta come una bambina capricciosa e credulona, e se noi le affidiamo tutto succedono dei pasticci.

Bisogna spostare l’attenzione al centro, osservarsi e bilanciare mente, sentimenti e corpo. Bisogna imparare a fidarsi delle proprie sensazioni. In realtà voi dovreste andare dove qualcosa risuona per voi. Non dove vi convincono gli altri. Tutto ciò che ha funzionato meglio nella vostra vita, era così, non era solo razionale, non si sottometteva a regole, anzi forse lo trovavate strano anche voi, ma eravate innamorate. Bisogna imparare a non tradirsi.

Ci sono molte parti in noi, ci sono molti noi, iniziate ad osservarvi, c’è un voi padre, una voi madre, un compagno, un’ amica, una zia e altri che nemmeno conoscete.

Non siamo completamente affidabili, non siamo neanche infallibili, siamo esseri umani nati per vivere adesso.

Pina Bausch, la famosa coreografa diceva “Dance, otherwise we are lost”. La vita andrebbe ballata. E questo significa tante cose.

Avere il coraggio, almeno una volta al mese, di creare dei vuoti in se stesse. Di non dare nome a tutto, di non desiderare continuamente una ricompensa, una finalità, ma osare senza scopo di lucro, mettersi in gioco. Forse in questo modo si possono creare delle fessure da dove intravvedere delle nuove strade. A volte piccoli cambi di prospettiva, altre volte di prendere il coraggio di dare una spallata alla porta e di osare grandi cose.

 

 

 

 

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