Cancella la lavagna

Diceva la maestra, e a noi veniva paura. Paura di quello che ci sarebbe stato dopo.

Ora è così. Ogni giorno cancello la lavagna, a ritroso. Via gli spettacoli, le prove, le autrici tanto amate. Via quel giorno in riva al mare all’alba, con la sua felpa sulle spalle, via le brutte figure, le fatiche gradite, i fastidi della burocrazia. Via i miei pensieri sul come fare cosa. Non faccio altro che cancellare quella enorme lavagna che è la mia vita, ma è talmente enorme che questo invisibile lavoro non finisce e mai lascia un vuoto su cui ricominciare da zero la nuova lezione. Eppure, un temporale improvviso di luglio può insegnare molto, più di un libro, più di un bel film. C’è così tanto in così apparentemente comune che non basterebbe un’intera vita per le considerazioni.

Lascia un commento